La stagione 1965/66, la terza consecutiva del Potenza in Serie B, comincia con molte novità: innanzitutto la presidenza che passa dall’avvocato Petrullo, eletto intanto sindaco della città, al dottor Ferri. Cambio anche in panchina: a Rubino, passato al Foggia, succede Renato Lucchi, proveniente dal Cesena. Ma è soprattutto la squadra ad essere rivoluzionata: per esigenze di bilancio partono i gioielli dell’anno precedente. Boninsegna ritorna all’Inter (che poi lo girerà al Varese), Bercellino, Casati e Carrera rientrano alla Juventus; vengono ceduti anche Ducati, Dianti, Vaini e Canuti. I nuovi arrivi sono il portiere Tancredi, i terzini Caocci e Coramini (tutti dalla Juve), gli interni Carioli (dall’Atalanta), Franzini (dalla Sampdoria) e Lodi (un ritorno, dal Brescia), il mediano Ciardi (dall’Inter), il centravanti Baisi (dal Parma) e l’ala destra Spelta (dal Varese). Nonostante il profondo rinnovamento, ne viene fuori un Potenza validissimo, molto equilibrato, determinato e concreto, anche se certamente non bello e spettacolare come quello della stagione appena passata.
All’esordio in campionato il Potenza batte per 2-0 (con reti di Baisi e Lodi) il Verona, ma la domenica successiva cede con lo stesso punteggio a Reggio Emilia. Seguono il pareggio di Modena e la sconfitta interna (per 2-3) col Lecco. Successivamente i rossoblù si riprendono e colgono tre successi di fila con il Padova (2-0 con gol di Carioli e Spelta), a Reggio Calabria (1-0, Baisi) e con l’Alessandria (2-0, ancora Baisi e Lodi), ai quali fanno seguito due pareggi (in casa con la Pro Patria a reti inviolate ed a Messina per 1-1) e poi altre due vittorie consecutive, col Palermo al “Viviani” per 1-0 (Baisi) ed a Trani per 2-1 (gol lucani di Baisi e Spelta). C’è poi la sconfitta di Pisa (1-3) prima di altri due successi interni, con Genoa e Venezia, liquidate entrambe con un secco 2-0. A questo punto del torneo, quattordicesima giornata, il Potenza è in vetta alla classifica con 19 punti insieme a Mantova e Catanzaro ed il campionato osserva un turno di riposo. Alla ripresa, però, la squadra perde smalto e posizioni in classifica: a Novara esce sconfitta per 3-0 ed incassa tutte le reti negli ultimi otto minuti, pareggia (0-0) a Livorno, poi perde in casa col Mantova (0-1) in una gara caratterizzata da una brutta reazione del pubblico alle decisioni dell’arbitro e che costa la squalifica del campo per una giornata. La domenica dopo, a Monza, un gol beffardo condanna il Potenza, poi il girone di andata si chiude con il pareggio per 1-1 con il Catanzaro sul campo neutro di Napoli.
Il ritorno comincia con un’altra sconfitta, a Verona per 2-1, quindi i rossoblù battono la Reggiana (3-2, reti di Nesti, Ciardi e Spelta) e pareggiano (1-1) col Modena. Le due successive sconfitte, a Lecco e Padova, in pratica estromettono dal primato il Potenza che poi, dopo aver battuto la Reggina per 1-0 (rete di Nesti), subisce altri due rovesci consecutivi esterni (ad Alessandria e Busto Arsizio) e piomba a soli tre punti dalla retrocessione! Questo periodo nero coincide con la scarsa lucidità sotto rete degli attaccanti rossoblù accentuata dall’assenza del forte rifinitore Vittorio Carioli, infortunatosi gravemente nell’incontro col Catanzaro giocato a Napoli. Intanto la squadra, vincendo in casa col Messina (gol di Coramini) e poi a Palermo (grazie ad una doppietta proprio del rientrante Carioli), risale in classifica e la sua situazione diventa meno allarmante. Dopo un buon pareggio (2-2) a Trani ed una convincente vittoria interna sul Pisa (4-1, con doppietta di Baisi e gol di Cianfrone e Carioli), il Potenza infila quattro sconfitte consecutive (a Genova e Venezia ed in casa con Novara e Livorno) prima di concludere il torneo con tre pareggi (a Mantova, con il Monza ed a Catanzaro) che valgono l’undicesimo posto con 36 punti, frutto di 13 vittorie, 10 pareggi e 15 sconfitte, 37 reti realizzate e 40 subìte.