Il torneo di Serie D 1973/74 fa registrare l’avvento alla presidenza del dottor Fausto Somma che riporta solidità e serenità in seno al club rossoblù, dopo le ultime tormentate stagioni: il Potenza, guidato dal fedelissimo allenatore Mancinelli, torna dopo quattordici anni sugli infuocati campi della provincia e conclude il torneo al quinto posto. Tra i giocatori si mettono in luce i portieri Tortora ed il giovane Nolè, i difensori Angelino e Campagna, l’interno Sironi, il regista Savarese e le punte Lambiase e Pellè. L’undici lucano stabilisce il record tuttora imbattuto del minor numero di reti subite in casa (solo 3) e pone le basi per la trionfale stagione successiva.

Serie D 1974/75: Somma affida la guida della squadra a Lino De Petrillo ed il Potenza si rafforza notevolmente con gli arrivi del terzino Sollini, dello stopper Gobbi, del libero Caligiuri, del centrocampista Lasagni, del centravanti Latorraca oltre che con i ritorni di De Paoli, Rinaldi e Scarpa. Con la vecchia guardia, costituita da Nolè (che stabilisce il primato di imbattibilità dei portieri con 790’, serie interrotta da un’autorete), Campagna, Menichelli, Savarese e Pellè, si forma una compagine formidabile che alla fine del girone d’andata sembra già aver vinto il campionato, vantando 4 punti di vantaggio sulla Juve Stabia seconda in classifica. Alla 18.a giornata il distacco cresce ancora (5 punti) ma poi, incredibilmente, pian piano si assottiglia: il Potenza comincia a vacillare, logorato dal primato e da una crisi più psicologica che fisica, ed arrivano i pareggi in fila, alcuni dei quali persino in casa, mentre le “vespe” continuano a vincere. C’è anche la squalifica del “Viviani” (per 6 giornate!) e lo stop per due turni per Caligiuri e Scarpa, rimediati dopo un pari interno con l’Ischia, che contribuiscono alla frenata dei rossoblù. L’aggancio arriva puntuale alla penultima giornata e, come in un libro giallo, l’ultimo turno mette di fronte proprio le due contendenti: a Matera, campo neutro, la gara termina 1-1 (gol di Rinaldi, pareggio di Esposito e rigore sbagliato al 91’ da Savarese che si fa respingere il tiro dal dischetto e poi, sulla ribattuta, centra l’incrocio dei pali!). Le due squadre terminano appaiate in testa alla classifica con 49 punti e si rende necessario un drammatico spareggio. La “bella” si gioca sette giorni dopo, il 1° giugno 1975, allo stadio “della Vittoria” di Bari ed il Potenza vince grazie ad un gol di Scarpa nel secondo tempo supplementare riconquistando la Serie C.

La gioia sportiva però dura pochi mesi perché in agguato c’è una nuova crisi societaria causata dalle dimissioni del dottor Somma: questi, amareggiato per le critiche subite in seguito alla campagna acquisti (soprattutto per la cessione di Rinaldi e per non aver riscattato Scarpa) e sentendosi lasciato solo nella gestione del club da una città che potrebbe offrire molto di più, rimette l’incarico. Per evitare l’irreparabile, la conduzione societaria per la stagione 1975/76 viene affidata al geometra Nicola Cerverizzo. Arrivano in rossoblù diversi nuovi atleti ma la squadra, guidata prima da Carrano (ex tecnico della Juve Stabia) nella duplice veste di allenatore-giocatore, poi da De Caprio, non ha personalità e chiude la stagione all’ultimo posto, retrocedendo nuovamente in Serie D.

Sono necessari due anni al neo presidente Saverio Lauciello per riportare il Potenza tra i professionisti. Dopo aver sfiorato la promozione nel 1976/77 con l’allenatore Eufemi, allontanato nonostante il buon rendimento della squadra, tocca ancora a De Petrillo traghettare l’anno dopo l’undici rossoblù nella serie superiore (il tecnico casertano è l’unico ad aver collezionato due campionati vinti con il Potenza). Il terzo posto della stagione 1977/78 che vale la promozione, ottenuta grazie alle gesta dei portieri Stenta e Formisano, dei difensori Campagna, Di Benedetto, Cillis e Caligiuri, dei centrocampisti Corigliano, Savarese, Salpini, Veracini e del giovanissimo esordiente Giuseppe Catalano e degli attaccanti De Biase, Falce e Piemontese, viene però turbata dai gravi avvenimenti del 5 marzo 1978 quando, durante la gara Andria-Potenza sospesa all’88’ sul 2-2, il pubblico di casa invade il campo ed aggredisce negli spogliatoi la terna arbitrale: in seguito ai disordini l’Andria viene radiata dai ruoli federali. Con l’approdo in Serie C2, invece, il Potenza ritorna a calcare palcoscenici più prestigiosi, in una categoria consona al proprio blasone.

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