Il Catania non la voleva nemmeno giocare la partita di coppa col Potenza, dopo l’aggressione subita dal suo amministratore delegato Pietro Lomonaco e, invece, non solo l’ha giocata, ma l’ha pure vinta, buttando fuori i rossoblu che già si vedevano ai quarti senza colpo ferire.

Per l’occasione Raffaele utilizza una tipica formazione da coppa, Ioime tra i pali, tris difensivo con Silvestri, Di Somma ed Emerson; a centrocampo Iuliano, Coppola, Viteritti, Panico, in avanti Souarè e Longo a supporto di Vuletich, punta centrale.

Lucarelli risponde con una difesa a 4, con Martinezin porta, Calapai, Noce, Silvestri (Federico) e Marchese; a centrocapo Biondi, Bucolo e Llama; in avanti Di Piazza, Barisic e Di Molfetta.

La partita si mostra subito scoppiettante, già al 5° minuto Emerson impegna su punizione Martinez, ma il suo tiro è meno potente del solito e il portiere blocca senza troppe difficoltà.

Un minuto, dopo sull’altro fronte, è Marchese a far venire i brividi ai tifosi rossoblu con un tiro a fil di palo da fuori area.

All’8°, da una punizione di Vuletich sulla barriera, la palla arriva a un solitario Silvestri (Luigi) che, in area, perde il tempo della battuta facendosi recuperare dal suo omonimo catanese.

La partita è viva e molto piacevole, si gioca senza un attimo di tregua. Al 12°, Vuletich manda di poco al lato un perfetto cross di Viteritti. Il Catania risponde intorno alla mezz’ora prima con Barisic e poi con Di Piazza, ma le loro conclusioni da sottoporta sono fuori dalla specchio.

Al 40° l’arbitro Carella vede (solo lui) Di Somma commettere un fallo in area su Di Piazza e assegna il rigore agli etnei, tra le vibranti proteste potentine. Sul dischetto va lo stesso Di Piazza che trafigge Ioime con un forte tiro sulla sua sinistra su cui il portiere lucano stava quasi arrivando.

Nella ripresa la gara è meno intensa, qualche tentativo catanese e qualche protesta potentina per un atterramento di Vuletich da parte del portiere rossazzurro, ma niente di particolarmente significativo. La partita scivola via senza troppi sussulti, il Catania si difende bene e il Potenza non riesce a trovare varchi tra le maglie sicule, almeno fino al 65°, quando França e Dettori entrano al posto di Longo e Panico. Il brasiliano da appena un minuto in campo si dimostra essere l’attaccante di razza di sempre deviando, di testa, alle spalle di Martinez, un cross di Iuliano.

Raffaele a questo punto butta nella mischia Coccia e Isgrò al posto di Souarè e Coppola, per cercare di dare maggiore incisività all’attacco e chiudere il match prima del 90°. Purtroppo le speranze del tecnico lucano, che confidava in uno sbandamento dei catanesi, vengono vanificate dopo pochi minuti. Al 70° è la difesa rossoblu a farsi trovare impreparata, e Biondi ne approfitta con un preciso colpo di testa che supera Ioime portando gli etnei sul 2 a 1.

Il Potenza si riversa in avanti alla ricerca del pari e ci va vicino più volte sempre con França: al 73°, con un colpo di testa che Martinez devia sulla traversa salvando il risultato in maniera quasi miracolosa, poi all’82° e al 90°, ma in entrabe le circostanze l’attaccante carioca non inquadra lo specchio della porta.

Prima del fischio finale c’è ancora il tempo per un altro rigore reclamato dal Potenza per un presunto fallo di mano di Calapai che l’arbitro però non concede.

La partita finisce 2 a 1 per il Catania. Dopo la bella impresa di Reggio Calabria il Potenza esce dalla coppa con il disappunto per un arbitraggio insufficiente e con qualche rammarico per non essere stato capace di interpretare al meglio una gara che avrebbe sicuramente potuto vincere.

 

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