di Pasquale Scarano.

Le aquile sono cadute al Viviani, dopo 72 anni, imprevedibilmente, incautamente, nella stessa guisa della “clades Variana “, che la storia tramanda come la disfatta di Publio, Quintilio Varo, che a Teutoburgo, nel 9 d.c., perse ben 4 legioni, con le aquile delle legioni cadute nelle mani del nemico, bottino dei terribili Germani. Questa volta, ritornando alla narrazione degli eventi calcistici, il ruolo dei terribili è stato interpretato alla perfezione dai rossoblù di mister Raffaele, che hanno surclassato tecnicamente, tatticamente ed atleticamente, gli uomini di mister Auteri, annichiliti dall'aggressività e dalla brillantezza dei leoni.

Le aquile, pur potendo contare su buoni meccanismi di gioco e sulla qualità dei singoli, hanno denotato opacità d'idee e scarsa lucidità in zona d'attacco, subendo, al contrario le iniziative avversarie, senza mai riuscire ad impensierire la porta dei leoni. Eppure i giallorossi s'erano presentati con il solito modulo offensivo 3-4-3, dove Bleve era a guardia della porta, protetto da Celiento, Riggio e Martinelli componenti del pacchetto arretrato; in mezzo al campo Corapi ed Urso nel ruolo d'interni, punti di riferimento per gli esterni Casoli e Nicoletti mentre in zona offensiva Kanoutè e Carlini giostravano sulle ali, con la punta centrale Di Piazza, temutissimo alla vigilia in quanto più volte castigamatti per i potentini (Catania docet).

I rossoblù mostravano il loro volto irriverente, a specchio rispetto agli avversari, ma con una variante, adottata da Raffaele, determinante per le sorti del match: la posizione di Ricci, nominalmente ala destra, ma in realtà, un po' alla Politano, con conversioni centrali ed iniziative da trequartista, che scompaginavano la difesa delle aquile.Per i leoni, quindi, un 3-4-3 con Ioime in porta, difeso dall'inossidabile trio Sales, Giosa ed Emerson mentre, in zona mediana Dettori...dettava il gioco sostenuto da Coppola, interceptor di tutti i palloni che gli andavano a tiro; sugli outs non si risparmiavano nelle 2 fasi, difesa ed offesa, gli esterni Silvestri e Coccia, quest'ultimo incontenibile negli assalti sulla fascia di competenza, la destra. Gli attaccanti Golfo ,sempre vivace e propositivo e Franca, prezioso come riferimento centrale e pronto a far salire la squadra, spesso impensierivano la difesa del team di Auteri.

Il 1° game si dimostrava un monologo amletiano dei leoni, i quali più volte su inviti dei centrocampisti, sia Golfo che Ricci sfioravano il goal in almeno in 3 occasioni senza riuscire a cogliere il bersaglio, poi improvvisamente al 25° una splendida punizione tagliata di Emerson innescava una magnifica incornata di Giosa, che faceva secco l'esterrefatto Bleve, per il goal del vantaggio del Potenza.Le aquile cercavano la reazione, ma collezionavano solo angoli e qualche mischia sbrogliata senza patema dalla difesa dei leoni; poi al 38° un lancio di dettori per Ricci innescava Golfo, il cui tiro veniva respinto con il braccio da Martinelli, causando la concessione del calcio di rigore. S'incaricava della trasformazione Carlitos, che fiondava nell'angolino basso spiazzando il portiere, per il goal del 2-0.Terminava senza altri sussulti la 1° frazione di gioco con i leoni che controllavano il match senza affanno alcuno, come, d'altronde, avveniva nel 2° game, quando, solo una volta, le aquile, su una ripartenza di Di Piazza, mettevano Corapi nelle condizioni di tirare dal limite, ma con esito decisamente ignobile.

Al contrario, i leoni, da una punizione del vecchio Emmy scaturiva un'occasionissima per Carlitos, che, in tuffo, mancava l'impatto per un'inezia.Auteri mischiava un po' le carte immettendo Giannone come trequartista con Kanoutè sull'ala destra, ed i neo-entrati, Bianchimano ( al posto di Di Piazza) come punta centrale, e Contessa come ala sinistra, cercando un maggior peso offensivo. Ma, come si sa, la strada della sconfitta è lastricata di buone intenzioni e nulla potè, dunque, il buon Gaetano, anche perchè, l'alter ego Giuseppe aveva inserito l'incontrista D'Angelo e l'esterno Viteritti per conseguire il rischio 0.Il match, quindi, terminava tra gli entusiasmi del pubblico, che rimembravano i motivi musicali della vittoria del campionato.

 

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